martedì 15 dicembre 2009

Un arcobaleno di stelle nel deserto

La mia passione per l'astronomia inizio' presto, nello stesso momento in cui si decise il destino dello studio professionale di mia mamma. Commise l'errore di regalarmi a otto anni un libro "animato" che si intitolava "Alla scoperta del cielo": lo lessi e decisi:"da grande faro' l'astronomo". La decisione sopravvisse al liceo, e all'Universita', dove, dopo una dura battaglia con la matematica, incontrai la prima esperienza di astrofisica osservativa e il primo "telescopio vero", un 40cm Ritchey-Chretien dell'Osservatorio di Monte Porzio, che venne smontato e rimontato pezzo per pezzo da me, e da due miei entusiasti colleghi e il povero sventurato professore che ebbe il coraggio di averci fra i piedi, Giuliano Natali, che ricordero' sempre con un enorme affetto.

Da li' a decidere che volevo lavorare con i grandi telescopi il passo fu breve e il grande amore si confermo' durante il primo run osservativo a La Silla, in Cile, nell'ormai lontano Settembre 1996: ero nervosissima, il mio primo run "serio", l'Osservatorio internazionale, l'inizio del lavoro di dottorato, uno strumento che non conoscevo, il posto nuovo, il cielo sconosciuto del sud. Per darmi una calmata, sono uscita a farmi una passeggiata e ho visto, in una bellissima notte senza luna, una corona di montagne, tagliata nel mezzo dalla linea dei telescopi (14!!!) e un'esplosione di stelle, da un orizzonte all'altro, una Via Lattea cosi' luminosa e netta da illuminare tutta le montagne, proiettare le ombre delle persone e dei telescopi che la stavano ammirando, un arcobaleno di stelle su un tappeto di velluto nero.
La decisione fu presa quella notte: voglio tornare qui!

E cosi', quando alla fine del dottorato mi trovai a dover scegliere fra il rimanere in Europa, in Italia o fare le valigie e migrare a sud (perche' si, potevo scegliere), non ho avuto un istante di dubbio: sono partita al volo! E mi sono trasformata in un'astronoma con la valigia.
Viaggi per stare insieme al marito, che all'epoca era negli USA, viaggi per i turni in montagna, viaggi per tornare di quando in quando a casa, per partecipare a conferenze in giro nel mondo, per fare i migliori sforzi per rimanere in contatto con i collaboratori, per vedere il Cile. Insomma a volte un vero stress...e anche qualche frustrazione, il sentirsi sempre indietro, non riuscire magari a finire un articolo quando si deve, il sentirsi a volta anche un po' ... marziani: basta vedere la faccia delle persone a cui si racconta negli incontri occasionali che lavoro si fa e ... quando si lavora.
A volta anche lo stress sul lavoro, con colleghi, il capo; a volte ho avuto la tentazione di mandare tutto a quel paese. Pero' ho conosciuto tante persone, tanti paesi, tanti amici che ci sono e alcuni che non ci sono piu' ... e ho seguito il mio arcobaleno di stelle, ho ammirato le galassie che sono una delle mie passioni e ho messo le mani su piu' telescopi e strumenti di quanto avrei mai creduto possibile, esattamente come volevo fare. Ne e' valsa la pena!

E alle tante persone che mi chiedono, nelle conversazioni o negli incontri divulgativi a che serve il mio lavoro, rispondo: a seguire un sogno.

Emanuela Pompei

1 commento:

giardigno65 ha detto...

davvero un bel sogno !